La Basilica del Santo

Opera di Antonio Serra

Una tradizione vuole che la costruzione preesistente fosse di epoca romanica (di cui non si sa quasi nulla), mentre un’altra tramanda che qui avesse sede la prima casa della plebe Domus Plebis. Nel 1826 per delibera del Consiglio fu iniziata la ricostruzione della chiesa su disegno dell’architetto bolognese Antonio Serra. I lavori si conclusero nel 1838, anno in cui fu aperta al pubblico; le fu dato il nome attuale da Pio XI, con un Breve firmato dal cardinale Gasparri. Si accede al tempio attraverso una scalinata, che precede il pronao, costituito da otto colonne corinzie. La facciata riporta un’iscrizione dedicatoria: DIVO MARINO PATRONO ET LIBERTATIS AUCTORI SEN. P.Q. (Il governo e il popolo di San Marino autori della loro libertà). Sulla porta maggiore è uno stemma della Repubblica, su quella di sinistra una lapide in pietra a ricordo della ripresa delle adunanze d’Arengo nell’anno 1906. I rilievi della fiaccola, del fascio repubblicano e dei rami d’alloro sono lavoro di scalpellini sammarinesi. 

L’interno

L’interno, anch’esso in stile corinzio, è suddiviso in tre navate, di cui la centrale a volta cilindrica, che termina in un coro con peristilio; mentre le laterali sono rette da colonne architravate, a cui si ricongiungono quattro archi con pilastri e grandi nicchie. Vi sono sei altari, ornati da dipinti.

Il campanile

Il campanile, prima romanico, fu rinnovato nel ‘500. Ha sette campane (fuse dalla ditta De Paoli nel 1961), ognuna delle quali porta scritto il compito, che le competeva, almeno in passato: funerali, festività, pene dei condannati.

L’altare 

A sinistra dell’altare maggiore si trova il trono della Reggenza, in legno intarsiato (‘600).  Dietro l’altare maggiore è la Statua di San Marino, opera del bolognese Adamo Tadolini. Della sua scuola sono anche le statue in scagliola ai lati del presbiterio, rappresentanti il Redentore fra i dodici Apostoli e le quattro virtù cardinali. Sotto l’altare si trova un’urna, che contiene le ossa del Santo, rinvenute il 3 maggio 1586. A destra del presbiterio è conservata dal 1602 la parte superiore del cranio del Santo, in una teca d’argento, racchiusa in un monumento di marmo.

 

la Chiesetta di San Pietro

Di fianco alla Basilica. Risale al XVI secolo, ma il restauro più vistoso è del 1940. Secondo la tradizione sarebbe sorta sul primo sacello eretto dal Santo Marino in onore di San Pietro.  All’interno è un altare di marmi policromi intarsiati, donato nel 1689 da Antonio Tedeschi, sul quale si trova la statua di San Pietro, opera di Enrico Saroldi.  L’abside, scavata nella roccia calcarea, ha due nicchie che la tradizione popolare indica come i letti di San Marino e di San Leo, ai quali sono ancora oggi attribuite facoltà taumaturgiche. La piccola cripta sotto la chiesa in pietra locale è di Gino Zani (1941). Sull’altare si trova una scultura  dello scalpellino R. Balsimelli, dedicata a San Marino mentre scolpisce la pietra, affiancato dall’orso, che secondo la leggenda addomesticò.